E niente, finalmente facciamo quello che dobbiamo fare. Perché se qualcuno ti chiede di venire a trattare quando ha capito di aver perso su tutta la linea, non può pensare di dettare lui le condizioni. In guerra si chiama resa incondizionata (chiedere ai tedeschi, loro ne sanno qualcosa), in politica invece non si chiama, ma è sicuramente la mossa di qualcuno che è alla frutta, che:”Pensavamo di aprire una crisi di governo dopo le europee”, ed invece si è trovato ad allearsi con la peggio feccia fascista al parlamento europeo.
E finalmente gli abbiamo detto quello che dovevamo dire, ossia:”Ciccio, noi siamo già d’accordo con altri, quindi se a questo punto vuoi contribuire anche te va bene, ma sappi che si parte dal testo che c’è già”. Ed intanto pare proprio che entro l’estate si riuscirà ad approvare in prima lettura la riforma del Senato, su cui l’accordo si è addirittura allargato, con un lungo ma proficuo lavoro di composizione delle varie idee in parlamento.
Peccato, come dice molto meglio di me Stefano Menichini, che le riforme siano comunque una sorta di incompleto, almeno per quelli che come me guardano con favore al modello istituzionale francese, ma il tempo è dalla nostra, e ce la faremo.
Intanto oggi, dopo anni di discussioni, semplifichiamo un pochino la vita a 30 milioni di italiani, che l’anno prossimo riceveranno a casa il loro 730 già compilato. Un piccolo passo, una grande rivoluzione, che nessuno aveva mai avuto il coraggio di fare, magari anche perché in questo modo si può cominciare a togliere qualche soldo ai Centri di Assistenza Fiscale (ci costano oltre 300 milioni di euro all’anno), e quindi, indirettamente, ai Sindacati. Un atto sicuramente più simbolico che pratico, ma che verrà percepito dai cittadini immediatamente. Un segnale che siamo sulla strada giusta.
Andiamo avanti, perché il meglio deve ancora venire.