Abolire (alcune) tasse è davvero di destra

Non amo parlar degli altri, ma questa era troppo grossa per tacerla.

Sto ovviamente parlando della proposta avanzata oggi da Pietro Grasso durante l’assemblea di Liberi e Uguali a Roma, di abolire completamente le tasse universitarie.

 

Capiamoci, non c’è nulla di folle in tutto ciò, è perfettamente legittimo fare una proposta di questo genere. Ma io non sono d’accordo, perché è una proposta di destra.

Oggi, per chi non lo sapesse, il calcolo delle rate delle tasse universitarie viene effettuato in base all’indicatore ISEE-U, ossia in base al reddito e allo stato patrimoniale (proprietà, investimenti, etc…) della famiglia di chi si iscrive all’università.

Per fare un esempio, prendendo il calcolatore delle tasse di UNIGE, fino a 13.000 euro di ISEE-U si è esenti, poi si inizia a pagare da un minimo di 444 Euro, fino ad un massimo di due rate di complessivi Euro 3.000 per chi ha un ISEE-U uguale o superiore ai 100.000 Euro.

Abolire le tasse universitarie, pertanto, significa semplicemente non dare nulla alle famiglie più deboli ed invece far risparmiare qualche soldo a chi invece forse ne ha meno bisogno.

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