Non amo parlar degli altri, ma questa era troppo grossa per tacerla.
Sto ovviamente parlando della proposta avanzata oggi da Pietro Grasso durante l’assemblea di Liberi e Uguali a Roma, di abolire completamente le tasse universitarie.
Aboliamo le tasse universitarie.
Costa 1,6 miliardi, un decimo dei 16 miliardi che il nostro paese spreca, ad esempio, per mancati introiti, sgravi fiscali e sussidi indiretti a attività dannose per l’ambiente. @PietroGrasso #LiberieUguali pic.twitter.com/9MTW6bCwis— LIBERI e UGUALI (@liberi_uguali) 7 gennaio 2018
Capiamoci, non c’è nulla di folle in tutto ciò, è perfettamente legittimo fare una proposta di questo genere. Ma io non sono d’accordo, perché è una proposta di destra.
Oggi, per chi non lo sapesse, il calcolo delle rate delle tasse universitarie viene effettuato in base all’indicatore ISEE-U, ossia in base al reddito e allo stato patrimoniale (proprietà, investimenti, etc…) della famiglia di chi si iscrive all’università.
Per fare un esempio, prendendo il calcolatore delle tasse di UNIGE, fino a 13.000 euro di ISEE-U si è esenti, poi si inizia a pagare da un minimo di 444 Euro, fino ad un massimo di due rate di complessivi Euro 3.000 per chi ha un ISEE-U uguale o superiore ai 100.000 Euro.
Abolire le tasse universitarie, pertanto, significa semplicemente non dare nulla alle famiglie più deboli ed invece far risparmiare qualche soldo a chi invece forse ne ha meno bisogno.